Peter Harrison, esplora come la moderna separazione tra scienza e religione sia il prodotto di una lunga evoluzione storica e culturale.
Peter Harrison, storico della scienza e della religione, nel suo libro “The Territories of Science and Religion” (2015) offre una prospettiva unica sul presunto conflitto tra scienza e religione, mostrando come questo rapporto sia stato plasmato nel tempo. Il libro analizza come i concetti di “scienza” e “religione” si siano evoluti e come il loro rapporto sia cambiato attraverso i secoli.
Un conflitto moderno, non antico
Harrison inizia il suo studio sfatando un mito diffuso: il conflitto tra scienza e religione non è sempre esistito, ma è un prodotto della modernità. Nell’antichità e nel Medioevo, ciò che oggi chiamiamo “scienza” e “religione” non erano concepiti come sfere distinte:
- Scienza: Era intesa come “filosofia naturale”, un tentativo di comprendere il mondo fisico nel contesto di una visione religiosa.
- Religione: Non era un’entità separata, ma parte integrante della vita e del pensiero umano.
Harrison sostiene che il conflitto moderno è emerso con il cambiamento delle definizioni di “scienza” e “religione” durante il periodo dell’Illuminismo e con l’ascesa del positivismo scientifico nel XIX secolo.
La trasformazione della scienza
Uno degli argomenti centrali del libro è che la scienza, così come la intendiamo oggi, è un’invenzione relativamente recente. Harrison esplora come:
- La filosofia naturale sia diventata una disciplina separata, con metodi distinti e obiettivi propri.
- La metodologia scientifica moderna abbia iniziato a basarsi sull’osservazione empirica e sull’esclusione di spiegazioni soprannaturali.
- La scienza moderna abbia adottato un linguaggio di autorità e neutralità, separandosi dalla religione.
La religione come costruzione moderna
Harrison analizza anche come il concetto di religione sia stato trasformato:
- Nel mondo antico e medievale, la religione non era un sistema autonomo, ma una combinazione di pratiche, credenze e rituali intrecciati con altri aspetti della vita.
- La separazione tra “fede” e “ragione” è il risultato di un processo storico che ha reso la religione una sfera autonoma, spesso confinata alla dimensione personale e morale.
La nascita del conflitto
Il cosiddetto conflitto tra scienza e religione, secondo Harrison, è il risultato di questa dualità moderna. Con la scienza che si presenta come neutrale e obiettiva e la religione che viene relegata a una questione di fede personale, le due sfere hanno iniziato a essere percepite come incompatibili.
Un approccio storico e culturale
Harrison invita i lettori a considerare il rapporto tra scienza e religione non come un dato universale, ma come il prodotto di specifiche condizioni storiche e culturali:
- Durante il Medioevo, figure come Tommaso d’Aquino e Alberto Magno dimostrarono come fede e ragione potessero lavorare insieme.
- La Rivoluzione Scientifica, pur radicata in un contesto cristiano, iniziò a riformulare i concetti di natura e causalità.
- Nel XIX secolo, opere come quelle di Thomas Huxley e John William Draper cementarono la narrativa di un conflitto inevitabile.
La tesi centrale: territori sovrapposti
Harrison conclude che il concetto di scienza e religione come territori separati è una costruzione moderna. In realtà, queste due sfere hanno sempre condiviso un territorio comune, influenzandosi reciprocamente:
- “La scienza è nata in un terreno fertilizzato dalla religione”, afferma Harrison, evidenziando come molte delle prime scoperte scientifiche siano state motivate da questioni teologiche.
Impatto e rilevanza
“The Territories of Science and Religion” è stato accolto come un contributo fondamentale alla comprensione del rapporto tra scienza e religione. Harrison non solo sfida la narrativa dominante del conflitto, ma offre anche una visione più complessa e sfumata di come queste due forze abbiano collaborato nel plasmare il nostro mondo.
Peter Harrison, con il suo approccio storico e culturale, smonta la visione semplicistica di un conflitto eterno tra scienza e religione. “The Territories of Science and Religion” è un’opera essenziale per chiunque voglia approfondire la complessità di questa relazione e superare i pregiudizi che ancora dominano il dibattito pubblico.
Il libro ci invita a considerare scienza e religione non come nemiche, ma come compagne di viaggio nella ricerca della verità e della comprensione del nostro posto nell’universo.