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Il videomessaggio del Presidente del Consiglio Mario Draghi per il Paris Peace Forum

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Il videomessaggio del Presidente del Consiglio Mario Draghi per il Paris Peace Forum.

Giovedì, 11 novembre 2021 – “Paris Peace Forum“ – Mind the gaps: migliorare la governance globale in tempi di Covid-19 e oltre”.

Pubblichiamo integralmente, testo e video, il messaggio del Presidente del Consiglio Mario Draghi per il Paris Peace Forum.

Il principale divario che dobbiamo colmare riguarda la nostra ambizione nella fornitura di beni pubblici globali. Proteggere l’ambiente, preservare la salute pubblica, perseguire una ripresa economica per tutti. Queste crisi sono intrecciate e devono essere affrontate contemporaneamente. Al Vertice del G20 di Roma, la comunità internazionale ha mostrato la sua disponibilità ad agire insieme. Dobbiamo costruire su questo slancio, con urgenza e determinazione.

Colmare il nostro divario di ambizione richiede un multilateralismo coraggioso ed efficace. Dal cambiamento climatico alla pandemia, affrontiamo sfide urgenti e veramente globali. Dobbiamo agire rapidamente per ridurre le emissioni, migliorare l’accesso a vaccini sicuri, sostenere la ripresa nei paesi più poveri del mondo. E dobbiamo restare uniti: il proprio fallimento può significare una sconfitta per tutti.

Durante la Presidenza italiana del G20, ci siamo impegnati a mantenere l’obiettivo di 1,5 gradi a portata di mano e a ridurre sostanzialmente le emissioni a partire da questo decennio. Abbiamo superato il protezionismo nei beni medici e ci siamo assicurati donazioni di vaccini considerevoli. Abbiamo sostenuto la decisione dell’FMI di emettere nuovi diritti speciali di prelievo e di consentire la loro riallocazione a favore dei paesi bisognosi.

Ma dobbiamo andare oltre: perseguire obiettivi più ambiziosi alla COP26; risoluzione degli ostacoli logistici nella distribuzione dei vaccini; aumentare i fondi per i paesi fragili. Soprattutto, dobbiamo mantenere i nostri impegni. La nostra credibilità dipende da ciò che facciamo, non da ciò che diciamo.