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Economia

PNRR, a Palazzo Chigi la prima riunione della Cabina di Regia con il presidente Draghi

PNRR-conferenza-stampa-07.10.2021

PNRR, a Palazzo Chigi la prima riunione della Cabina di Regia con il Presidente del Consiglio Mario Draghi.

Si è svolta ieri mattina, giovedì 7 Ottobre 2021 a Palazzo Chigi la prima riunione della Cabina di regia sul Pnrr presieduta dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi.
Hanno partecipato i ministri Franco, Orlando, Bianchi, Messa, Gelmini, Carfagna, Bonetti, Dadone, il viceministro Pichetto Fratin, i sottosegretari Garofoli e Vezzali e la coordinatrice della Segreteria tecnica del Pnrr Goretti.

Dopo l’incontro, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio, si è tenuta la conferenza stampa con il Presidente Draghi e i ministri dell’Università e Ricerca, Maria Cristina Messa, e dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Pubblichiamo video e trascrizione della conferenza stampa.

Introduzione Presidente Draghi
Buongiorno a tutti. Questa è stata la prima riunione della Cabina di Regia per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La Cabina di Regia è l’organo di indirizzo politico che coordina e dà impulso all’attuazione degli interventi del Piano. Ogni Cabina consente di fare il punto sull’attuazione e lo stato di avanzamento delle riforme e sull’attuazione dei singoli progetti di investimento. Permette inoltre di individuare per tempo ostacoli che possono presentarsi nel corso dell’attuazione, in modo da poter intervenire subito e rispettare il calendario degli impegni che abbiamo concordato con la Commissione.

Ricordo che il rispetto degli impegni è determinante per l’assegnazione dei fondi europei. Alla Cabina di Regia, oltre al Presidente del Consiglio, partecipano i Ministri competenti per i temi che si affrontano in quella seduta. A oggi, c’è un calendario di massima delle prime sei sedute della cabina di regia.

Oggi cominciamo questo percorso dall’istruzione, dalla formazione e dalla ricerca. Un po’ perché il Piano dovrebbe disegnare l’Italia di domani, l’Italia di quelli che oggi sono giovani. E un po’ perché la notizia straordinaria del professor Parisi insignito del Premio Nobel ci ha fatto pensare a quelle che sono le nostre potenzialità anche nel campo della ricerca e della scienza.

Istruzione e ricerca sono determinanti per il futuro del Paese, per la crescita della nostra economia ma anche per il benessere dei giovani che crescono oggi, che non devono andare a trovarsi un destino fuori. Spesso questa ricerca comincia o con la disoccupazione o con la necessità di approfondire una ricerca. Io trovo che sia utile andare fuori ma con la consapevolezza che si può poi portar tutto dentro, non con la certezza che non si può più tornare. Questa scelta mette al centro i giovani che sono il futuro del Paese, insieme alle donne.

Voglio dunque ringraziare i ministri Bianchi e Messa per il grande lavoro che hanno svolto in questi mesi, che oggi si concretizza. Lascio a loro l’esposizione nel dettaglio delle principali misure, del loro stato di avanzamento e delle loro prospettive.
Un’ultima osservazione: in ogni cosa che abbiamo fatto, come spiegheranno i ministri Messa e Bianchi, sono stati rispettati i due impegni del Piano che sono quelli di osservare le priorità di genere e le priorità territoriali.

Ministro Bianchi: Grazie Presidente Draghi. Grazie per avere voluto cominciare il cammino del Pnrr proprio dalla scuola, dall’università e dalla ricerca. Questo è un segno fortissimo che noi stiamo dando al Paese, nell’avere riposto la scuola, l’università e la ricerca al centro di questo nostro Paese in trasformazione. Per quanto riguarda noi, il nostro cammino del PNRR ha due componenti essenziali: la componente delle riforme e la componente degli investimenti.

La componente delle riforme ha al centro le persone, quindi gli studenti, con tre riforme su cui stiamo lavorando intensamente: quella degli istituti tecnici e professionali e della formazione professionale; quella degli istituti tecnici superiori, che ha già visto un primo passaggio alla Camera, su cui stiamo lavorando con tutti; e l’orientamento, che deve partire dalle scuole medie, cioè deve essere un accompagnamento per tutto il percorso superiore. I docenti: bisogna ridare dignità al mestiere di insegnante. In merito, un’azione su cui stiamo lavorando sono le nuove norme per il reclutamento, contestualmente a quelle della formazione.

Sia la formazione iniziale, su cui stiamo lavorando con la ministra Messa sia quella in servizio, quella formazione continua che noi riteniamo debba essere fondamentale per garantire proprio la dignità del mestiere: questo mestiere straordinario che è fare l’insegnante. E poi la riforma che riunisce tutte, che è quella della riorganizzazione dell’intero sistema didattico. Con grande attenzione a due punti: dimensionamento degli istituti, delle istituzioni scolastiche, e numerosità poi delle classi.

Sugli investimenti abbiamo due ambiti molto chiari: gli ambienti per la nuova didattica, per un una didattica molto più partecipata e molto più laboratoriale, e i contenuti della nuova didattica. Per i primi abbiamo posto 13 miliardi di investimento di cui 900 milioni, parti del progetto React EU. Per i contenuti della nuova didattica 5,4 miliardi. Dico rapidamente come articoliamo questi investimenti perché diventa fondamentale una grande attenzione agli asili nido, alle scuole d’infanzia, ma in particolare agli asili nido, proprio per quel principio che diceva prima il Presidente del permettere un’effettiva eguaglianza di genere in tutti i comparti.

I servizi per la prima infanzia sono fondamentali e in questo ambito abbiamo, come Paese, più ritardo che non sulle scuole dell’infanzia. Le mense scolastiche e le palestre, fondamentali per passare a un regime effettivo di tempo pieno in tutto il Paese; la messa in sicurezza delle scuole; le scuole nuove; scuola 4.0 per avere tutti scuole dotate al meglio di tutti gli strumenti. E poi invece, dall’altra parte, un piano di estensione del tempo pieno; la riduzione dei divari territoriali che per noi è cruciale; la riforma degli ITS; la didattica digitale integrata e la formazione digitale di tutto il personale; le nuove competenze e i nuovi linguaggi, dedicati moltissimo alle nuove scienze, a questa idea di permettere ai nostri ragazzi di avere un’idea della matematica come capacità di astrarre e sperimentare, come ci ha spiegato Giorgio Parisi non solo in questi giorni ma ormai da tempo.

Il dato che vi voglio presentare è questo: noi siamo pronti per fare, entro novembre 2021, bandi per 5 miliardi che crediamo siano un punto fondamentale proprio per sostenere questa ripartenza del Paese. Tre miliardi su asili nido e scuola dell’infanzia, di cui siamo pronti a fare i bandi; 400 milioni su mense scolastiche; 300 milioni su palestre scolastiche (su questo voglio ricordare il lavoro che stiamo facendo con la sottosegretaria Vezzali che ringrazio); 800 milioni su scuole nuove; 500 milioni per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico esistente con contestuale definizione proprio degli ambienti.

Quindi 5 miliardi che siamo in grado di mettere a bando subito. Su questo abbiamo chiaro che dobbiamo assistere coloro che saranno poi gli esecutori conclusivi che sono i Comuni. Faremo quanto prima, insieme con la ministra Gelmini, un passaggio necessario approfondito in Conferenza delle Regioni. Però abbiamo approntato, insieme con la Cassa Depositi e Prestiti, anche un piano per il sostegno dei Comuni che, soprattutto per quanto riguarda gli asili nido, saranno gli interpreti. Abbiamo ovviamente una grandissima attenzione con l’Agenzia per la coesione territoriale per avere ulteriori 200 tecnici che possono essere di supporto in questa grandissima operazione che coinvolgerà tutto il Paese. Anche ovviamente tutte le agenzie disponibili, a partire da Consip, in modo da facilitare al massimo le scelte dei Comuni.

E soprattutto tavoli tecnici che noi faremo e stiamo già facendo con le forze sociali anche in base a quel Patto per la scuola al centro della vita del Paese che abbiamo sottoscritto ormai da tempo. Tutto questo però – ricordo – all’interno di questo grande momento di ripartenza del Paese su cui abbiamo lavorato fin dal nostro insediamento e su cui già a novembre siamo in condizione di mettere a bando i primi interventi concreti per oltre 5 miliardi.

Ministra Messa: Grazie Presidente. Anche noi siamo molto fieri di essere fra i primi a dare attuazione al Piano nazionale che segue ovviamente un’attuazione di riforme e di investimenti. Abbiamo una serie di scadenze nelle riforme già entro la fine di quest’anno. Sono riforme di cui abbiamo già parlato in varie occasioni: quella delle classi di laurea, delle lauree abilitanti, degli alloggi degli studenti, dei dottorati di ricerca. E abbiamo una serie di riforme invece che riguarda l’attuazione della parte di ricerca, che riguarda principalmente misure a sostegno della ricerca e sviluppo per promuovere semplificazione e mobilità.

Quello su cui vorremmo concentrarci in questa prima fase – poi avremo tante altre occasioni per analizzare anche la fase più relativa alla formazione e alla ricerca di base – è sulla ricerca di filiera, sulla ricerca applicata perché è quella che richiede un maggiore sforzo della comunità scientifica, pubblica, privata, delle accademie, degli enti di ricerca e delle imprese per formare grandi filiere nell’ottica di attuare queste misure tenendo conto di vari principi.

I primi sono quelli già enunciati: il principio del recupero del gap di genere e del gap generazionale per cui le misure avranno delle caratteristiche di qualità e di premialità quanto più riescono a soddisfare questi due criteri; dei divari territoriali ma sapete già che le misure prevedono il 40% di investimenti nelle aree del Mezzogiorno. Infine aggiungo un principio che forse non era ben evidente ma che deve esserlo per tutti noi che è il principio di merito.

Il principio di merito vuole che tutte le proposte che saranno presentate saranno valutate in maniera terza da chi valuta le progettualità di ricerca in base ai criteri che nascono un po’ nel mondo di ricerca, quindi sia della qualità della ricerca ma anche della fattibilità e della sostenibilità a lungo termine. E aggiungo anche un altro fattore di novità e cioè che questi sono finanziamenti per grandi progettualità con finanziamenti molto forti.

Per dire una cifra, sono 6 miliardi di finanziamento di cui cinque devono essere praticamente messi a bando già entro la fine di quest’anno e uno all’inizio del prossimo anno. E questi sei miliardi prevedono circa 60 progetti che passeranno questa fase di valutazione. Questo per dare una concentrazione della nostra ricerca che rispetti la massa critica, che rispetti la capacità di creare impatto dalla ricerca e che, soprattutto, coinvolga le strutture già presenti nel nostro Paese che fanno ricerca e cerchi di aiutarle a crescere. Crescere sia in termini di capitale umano, in termini di infrastrutture di ricerca e sia di capacità di influire sull’economia e sul benessere dei cittadini.

Per quanto riguarda la parità di genere abbiamo due misure. La prima è che le misure a bando saranno riservate per un 40% a donne e ricercatrici soprattutto quelle competitive. La seconda è che gli enti che si manifesteranno per la formazione delle filiere dovranno dimostrare di avere al proprio interno un bilancio di genere o una valutazione della parità di genere e un programma per la parità di genere. Senza questo non potranno essere ammessi. Tutto questo viene esplicato nelle linee guida che pubblicheremo oggi sul sito del Ministero e che sono proprio pensate a favore di chi deve applicare. Quindi danno tutte le istruzioni e anche il contesto per far capire alla comunità quali sono i criteri per cui applicare.

DOMANDE
Valentina Antonello – Tg3
: Come verranno selezionati i progetti migliori e come si eviterà che le strutture che arriveranno rimangano cattedrali nel deserto? Al ministro Bianchi: qual è l’orientamento in materia di quarantena, visto che molti ragazzi ormai sono vaccinati?

Ministra Messa: I bandi saranno manifestazioni di interesse, che richiedono la presentazione di una progettualità di filiera di cui saranno valutati tre aspetti, principalmente: la qualità della ricerca, la capacità di dimostrare una sostenibilità a lungo termine e la analisi dell’impatto delle misure prese. Queste caratteristiche in realtà poi verranno definite nella maniera più precisa dal comitato nazionale di valutazione della ricerca, che abbiamo costituito già due mesi fa al Ministero, il quale avvalendosi di esperti stranieri, perché non potremmo prendere esperti italiani per ovvi motivi, valuterà le proposte presentate.

Quelle che saranno considerate valide passeranno poi di nuovo al Ministero per una negoziazione con i soggetti proponenti. Per quanto riguarda le strutture, non si vogliono formare nuove strutture, si vuole mettere a sistema quello che c’è e dare la forza al sistema che c’è di competere a livello internazionale, anche soddisfando delle necessità diverse, perché molto spesso abbiamo strutture senza capitale umano. Noi dobbiamo agire da un lato fornendo competenze capitale umano, dall’altro cercando di creare una vera e propria filiera fra ricerca e business.

Presidente Draghi: Quindi, nella scelta dei centri di ricerca, terzietà e trasparenza.

Ministro Bianchi: Per quanto riguarda la gestione delle quarantene, noi da tempo abbiamo già un tavolo comune con il ministro della Salute, con l’Istituto Superiore di Sanità, con il CTS e con il ministro delle Regioni. La prima indicazione che è stata data a questo tavolo è di andare verso una omogeneizzazione dei comportamenti, perché oggi sono sostanzialmente le aziende sanitarie locali che individuano le modalità. Bisogna andare assolutamente verso un’indicazione nazionale su questo, in modo che non vi siano discrepanze. La seconda, l’ha già espressa lo stesso professor Brusaferro, andando verso un contenimento delle quarantene, in particolare per chi è già vaccinato. Però il primo punto, oggi, è proprio andare verso una omogeneizzazione a livello nazionale dei comportamenti.

Silvia Gasparetto – Ansa: Anche alla luce della prima cabina di regia, avete individuato altre semplificazioni che servono per garantire il rispetto dei target e quindi un eventuale nuovo decreto-legge Recovery? E’ confermato che nell’ambito delle riforme legate al piano la prossima sarà la concorrenza, con anche le concessioni balneari?

Presidente Draghi: Sulla prima domanda la risposta è affermativa. Abbiamo già chiesto a tutti i Ministeri di indicare ulteriori provvedimenti che dovessero essere necessari per semplificare gli iter procedurali e attuativi dei singoli progetti e del Piano, per competenza, e molte segnalazioni sono già arrivate, quindi presto approveremo un altro provvedimento relativo alle semplificazioni.
Il disegno di legge sulla concorrenza sarà all’ordine del giorno entro la fine di ottobre. Sulla questione de ‘balneari ci stiamo pensando. A breve è prevista una serie di sentenze, se non erro del Consiglio di Stato, quindi è il caso di vedere cosa diranno.

Gianna Fregonara – Corriere della Sera: Al ministro Bianchi, se ci può fornire qualche dettaglio maggiore sulle riforme, tipo quella sull’istruzione tecnica, l’Its, a parte gli stanziamenti che ci ha annunciato.
Alla ministra Messa, lei ha detto della filiera di ricerca e business che sicuramente molto importante ma è una cosa che fa storcere un po’ il naso al mondo universitario. Volevo capire che cosa c’è sulla ricerca pura.
Al Presidente Draghi, Lei ha annunciato che andrà di fretta, 24 consigli dei ministri fino alla fine dell’anno.

Presidente Draghi: Non l’ho mai annunciato. È un metodo di lavoro che cerco di dare. Saranno in media due Consigli dei ministri la settimana.

Gianna Fregonara – Corriere della Sera: Questa accelerazione è stata letta politicamente come una sua risposta alle fibrillazioni post elettorali della sua maggioranza. È una interpretazione corretta?

Presidente Draghi: No. Già ieri ho detto che l’azione di Governo non segue il calendario elettorale. Lo ribadisco oggi. L’accelerazione è soltanto dovuta al fatto che da un lato il grado di preparazione di queste misure ora è avanzato, quindi è il momento di chiudere. Dall’altro i tempi iniziano a diventare anche corti. Come sapete abbiamo un numero rilevante di provvedimenti da approvare entro la fine dell’anno. Finora abbiamo sempre mantenuto i nostri impegni, non vogliamo cominciare a non farlo ora.

Ministro Bianchi: Le riforme per noi sono veramente un passaggio importante. Partiamo dagli studi tecnici professionali: noi crediamo che sia importante intervenire su tutta la filiera, quindi istituti tecnici professionali e formazione professionale IFP, proprio perché riteniamo che sia necessario agire per permettere ai ragazzi di avere più percorsi. Uno degli obiettivi con questa riforma è ridurre la dispersione scolastica. Secondo, dobbiamo operare per dare al Paese competenze adeguate a quel processo di trasformazione che è stato descritto più volte che è alla base della strategia del Paese.

Noi siamo di fronte ad una fortissima accelerazione che però prevede anche fortissimi cambiamenti all’interno degli stessi settori industriali. Abbiamo un rapporto continuo anche con le forze sociali. Però l’intervento sugli studi tecnici, che è stata a mio avviso la parte della scuola superiore che più ha sofferto in questi anni, è per noi assolutamente cruciale. La stiamo disegnando, abbiamo l’obbligo di avviare la riforma entro il 2022 e attuarla entro il 2026, però sono fiducioso che anticiperemo su questo. Legata a questa direttamente c’è quella dell’ITS.

Noi abbiamo molto chiaro che l’ITS è un livello terziario di formazione tecnica superiore, quindi è fortemente concentrata nei nuovi settori, è fortemente concentrata nel dare competenze per quel livello, quella fascia intermedia di operatori. Ne stiamo discutendo moltissimo con la ministra Messa, è un intervento che deve essere anche fortemente localizzato nel territorio. Noi abbiamo un sistema di industria in Italia che ha fortissime radici distrettuali.

Su questo stiamo lavorando in maniera molto chiara, c’è già una prima stesura alla Camera, si sta incardinando al Senato e stiamo lavorando con le forze parlamentari per giungere in tempi brevi alla definizione finale per poterla implementare fin dalla prima parte dell’anno prossimo. L’orientamento è sicuramente la questione più delicata: noi abbiamo una dispersione scolastica inaccettabile in Italia, per cui l’orientamento non può essere ridotto all’ultimo momento dopo che mi sono diplomato oppure non mi sono diplomato.

Quindi per noi questo coinvolge anche un pensiero profondo sulle scuole medie, come il punto di partenza di un accompagnamento che deve accompagnare i ragazzi in tutto il loro percorso. Sia un percorso di scuola superiore, sia un percorso di qualifica anche professionale. Per quanto riguarda reclutamento e scuole d’alta formazione sono strettamente legati. Noi stiamo ragionando su come potenziare le competenze didattiche nell’ambito anche delle attività disciplinari e nella formazione iniziale. Per quanto riguarda la scuola primaria c’è già una laurea abilitante, così come vi è per l’infanzia ovviamente, perché sono connesse.

Stiamo lavorando in maniera molto netta per arrivare a un potenziamento della formazione iniziale, ma anche alla formazione poi sul lavoro, in continuità. In mezzo ovviamente c’è la componente di reclutamento, su cui stiamo facendo confronti con tutti, con le formazioni, con l’associazione professionale. E’ chiaro che questo dev’essere un reclutamento che metta molta enfasi sulle competenze e dia modo anche di rafforzare quelle competenze che poi sono quelle pedagogiche del mestiere.

Quindi non soltanto selezione sulla base di attività strettamente disciplinari, ma anche la possibilità di verificare le competenze derivate da esperienze di tirocinio. Per quanto riguarda la regolazione del sistema scolastico, questa è la riforma che le contiene tutte. Contiene una riflessione riguardante il dimensionamento delle scuole: noi abbiamo delle istituzioni scolastiche che in particolare sulla secondaria sono diventate molto grandi e molto concentrati soprattutto nei capoluoghi.

Dobbiamo tornare ad avere un dimensionamento che sia più gestibile e dall’altra parte vi è il tema della numerosità nelle due fattispecie: non soltanto la numerosità notevole nelle classi soprattutto delle scuole tecniche professionali ma anche il problema che abbiamo dall’altra parte, cioè che abbiamo molte parti del Paese in cui abbiamo delle difficoltà legate alla denatalità. E quindi: come facciamo a gestire scuole diffuse sul territorio garantendo che rimangano aperte le scuole anche laddove abbiamo delle grosse difficoltà legate alla caduta demografica?

Ministra Messa: Sul tema della ricerca più orientata al business o ricerca più orientata all’approfondimento delle conoscenze, oggi portiamo questa per il semplice motivo che richiede uno sforzo organizzativo da parte della comunità particolarmente gravoso. Ma la ricerca dedicata all’ampliamento delle conoscenze non è da meno e ha varie fonti di finanziamento. La prima l’abbiamo proprio istituita a livello nazionale con il fondo italiano per la scienza che è già stato bandito: 50 milioni quest’anno, 150 a partire dal prossimo e su questo contiamo molto, sia sulla categoria giovani che sulla categoria esperti, per avere qualche grossa progettualità a carattere individuale.

La seconda misura è quella del Prin, che sono dei bandi che facciamo da tanti anni, che sono più collaborativi, di ricerca di interesse nazionale, che ha un finanziamento nel PNRR di 1,8 miliardi e che verrà anche questa attuata al più presto. Non si fa subito perché è in corso la valutazione del Prin che è partito lo scorso anno e quindi aspettiamo di avere l’esito della valutazione e poi procederemo ulteriormente. La terza sono 600 milioni dedicati dal PNRR ai vincitori di ERC, Marie Curie e Aucil of excellence a livello internazionale, per cercare di riportarli in qualche modo in Italia e di dare delle prospettive anche a questi ricercatori un pochino diverse rispetto al passato. La quarta che si chiama partenariati della ricerca, che è ricerca di base, ma nella quale si chiede all’industria di collaborare anche per la ricerca di base. Quindi non per lo sfruttamento dei risultati, ma per partecipare dall’inizio insieme ad alcuni progetti di ricerca di base.

Presidente Draghi: Comunque il professor Parisi ha ragione, il finanziamento della ricerca, di quella di base in particolare, è stato inferiore di gran lunga a quello di altri Paesi intorno a noi. Quindi l’orientamento, la determinazione del governo è quello di colmare questo divario, per quanto possibile. Aumenteranno quindi i fondi di finanziamento per la ricerca di base e anche per quella applicata.

Francesco Malfetano – Messaggero: Buongiorno Presidente, buongiorno ministri. La mia domanda è per il ministro Bianchi, sui 5 miliardi in arrivo a novembre di cui ha parlato. Come vengono declinati nell’ottica del principio di territorialità? Cioè, quante di queste risorse saranno destinate al Sud, quanto al Nord, quanto all’area di Centro? E in particolare se l’intervento verrà depurato da alcune criticità per quanto riguarda gli asili nido che erano già state riscontrate all’interno del primo bando da 700 milioni, con un’assegnazione di punteggi più alta per progetti cofinanziati piuttosto che appartenenti ad aree disagiate. Grazie.

Ministro Bianchi: Sì, la ringrazio molto. Noi mettiamo a bando 5 miliardi. Asili nido e scuole dell’infanzia tre miliardi; mense scolastiche 400 milioni; palestre 300 milioni; scuole nuove 800 milioni; messa in sicurezza 500 milioni. Di questi la regola generale è il 40% nelle aree del Mezzogiorno. Questo l’abbiamo definito, lo stiamo praticando.

E insistiamo molto su questo. Rispetto agli asili nido e alle scuole dell’infanzia, noi abbiamo molto chiaro che mentre sulle scuole dell’infanzia il Paese si sta posizionando ad un livello molto alto, siamo al 90%, sugli asili nido invece siamo al 27%, sotto a quel 33% che viene richiesto. Però con molte differenze fra Nord e Sud. Quindi la nostra indicazione è il 40%, ancora una volta però siamo pronti a intervenire laddove vi è più necessità.

Per quanto riguarda i 700 milioni del bando, ne abbiamo discusso anche in Cabina di regia prima. Noi adesso stiamo verificando esattamente, con la ministra Carfagna, quale sia stata effettivamente la distorsione registrata. Dove è stata registrata una distorsione essenzialmente è perché si è dato più spazio a quei progetti che erano sorretti da una capacità dell’ente locale di potere sorreggere con propri fondi. Ovviamente noi interverremo nei prossimi bandi per correggere questa distorsione, però stiamo verificando i dati uno alla volta.

Sicuramente metteremo in condizioni le autorità locali del Mezzogiorno di presentare bandi significativi, ma soprattutto di poterli realizzare. Perché, come ha detto prima il Presidente, la nostra necessaria attenzione è sui tempi. Tempi che ci vengono dati in maniera molto chiara è che noi abbiamo condiviso. E quindi dobbiamo soprattutto aiutare, sorreggere le autorità del Mezzogiorno nella progettazione e nella loro realizzazione. Laddove vi siano state delle distorsioni, le recupereremo nei prossimi bandi, come abbiamo detto prima in cabina di regia. Grazie.