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Papa Francesco: non c’è pandemia né crisi che possa spegnere questa luce

Così Papa Francesco dopo l’Angelus di oggi, domenica 6 dicembre 2020.

“Come vedete, nella Piazza è stato innalzato l’albero di Natale e il presepe è in allestimento”, ha affermato il Pontefice, che ha definito “coraggiosi” i romani e i pellegrini presenti in Piazza San Pietro nonostante il maltempo. “In questi giorni – ha continuato Papa Francesco – anche in tante case vengono preparati questi due segni natalizi, per la gioia dei bambini… e anche dei grandi! Sono segni di speranza, specialmente in questo tempo difficile”.

Il Pontefice ha invitato a non fermarsi “al segno”, e ad andare invece “al significato”, ovvero “Gesù, all’amore di Dio che Lui ci ha rivelato, andare alla bontà infinita che ha fatto risplendere sul mondo”. Perché, spiega Papa Francesco, “non c’è pandemia, non c’è crisi che possa spegnere questa luce. Lasciamola entrare nel nostro cuore, e tendiamo la mano a chi ha più bisogno. Così Dio nascerà nuovamente in noi e in mezzo a noi”.

Un percorso di conversione, liberandosi dai peccati gravi e escludendoli.

Il pontefice ha ricordato il Vangelo di questa domenica – Mc 1,1-8, che sulla “figura e l’opera di Giovanni il Battista”, che “indicò ai suoi contemporanei un itinerario di fede simile a quello che l’Avvento propone a noi, che ci prepariamo a ricevere il Signore nel Natale.” Un “itinerario di fede” che  anche “un itinerario di conversione”. Ma che “significa la parola conversione ?”, si chiede Papa Francesco. Spiegando che “nella Bibbia vuol dire anzitutto cambiare direzione e orientamento; e quindi anche cambiare il modo di pensare”.

E che “nella vita morale e spirituale, convertirsi significa rivolgersi dal male al bene, dal peccato all’amore di Dio”. Seguendo l’insegnamento proprio di Giovanni Battista, “che nel deserto della Giudea «proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati» v.4”.

Un battesimo che era simbolo “esterno e visibile della conversione di coloro che ascoltavano la sua predicazione e si decidevano a fare penitenza”. Che aveva luogo “con l’immersione nel Giordano, nell’acqua”, e che risultava però “inutile”, diventando solo un segno, “inutile se non c’era la disponibilità a pentirsi e cambiare vita” davvero.cPerché una conversione autentica si realizza attraverso “il dolore per i peccati commessi, il desiderio di liberarsene, il proposito di escluderli per sempre dalla propria vita”.

E per escludere i peccati, è necessario “rifiutare anche tutto ciò” che  comportano,  e “rifiutare la mentalità mondana, la stima eccessiva delle comodità, la stima eccessiva del piacere, del benessere, delle ricchezze”. Seguendo l’esempio di distacco che nel Vangelo di oggi vediamo nella “figura di Giovanni il Battista: un uomo austero, che rinuncia al superfluo e ricerca l’essenziale”. Ecco quindi “il primo aspetto della conversione: distacco dal peccato e dalla mondanità. Incominciare un cammino di distacco da queste cose”. Mentre “l’altro aspetto della conversione è la fine del cammino”, ovvero “la ricerca di Dio e del suo regno. Distacco dalle cose mondane e ricerca di Dio e del suo regno”.

Link Angelus, sito Vaticano.